sabato 6 novembre 2010

un nobel alle donne africane


“Walking Africa Deserves a Nobel – Nobel Peace Prize for African Women” è il nome di una campagna internazionale che il Cipsi – Coordinamento di iniziative popolari di solidarietà internazionale – sta portando avanti per riconoscere e valorizzare l’importante ruolo che donne africane rivestono per il proprio Continente.

L’Africa oggi vive sull’impegno che le donne comuni si assumono curando la famiglia, i figli, le relazioni, le transazioni economiche. Con la convinzione che il futuro del continente debba partire dalle donne che affrontano ogni giorno situazioni di emergenza, guerra e violenze e, nonostante tutto, lottano per sopravvivere, è partita la campagna per la loro candidatura al premio Nobel per la Pace 2011: un premio simbolico, per concretizzare una speranza e premiare ogni singola donna che vive quotidianamente le difficoltà nelle grandi città come nei piccoli villaggi.

In Africa, da molto tempo ormai, sono le donne infatti che si propongono come protagoniste del rilancio dell’economia. In Marocco, ad esempio, sul finire degli anni ‘90, Zoubida Charrouf, docente all’Università di Rabat, individuando una possibilità di crescita – economica e non - negli alberi di Argan, avviò un progetto di economia rurale che è diventato opportunità di lavoro e riscatto. Nacquero cooperative in tutto il territorio – Marrakech, Essaouira, Taroudant, Tiznit, Tafraoute, Goulimine e Agadir – e nacque la “Via dell’Argan”. Da allora l’impegno delle donne si è concretizzato in una nuova vita anche per l’economia della nazione.

In tutti gli altri Stati africani esistono piccole realtà di questo tipo: le donne infatti, si sono ingegnate, realizzando anche delle microimprese - per la produzione e la vendita di generi alimentari, la gestione di bancarelle ai mercati, ecc. – che sono divenute di vitale importanza per la sopravvivenza delle comunità. Progressivamente, hanno preso coscienza del proprio ruolo: oggi rivendicano con meno timidezza ed un maggiore coraggio i propri diritti, tra cui quello primario alla libertà – di istruzione, di scelte personali –; difendono i propri figli – per evitare che diventino bambini soldato – e le proprie figlie – per evitare matrimoni combinati, mutilazioni e garantire loro la possibilità di cambiare; sostengono economicamente le proprie famiglie.

Le donne africane stanno lottando per far sentire la propria voce, anche per tutte quelle che ancora non riescono ad essere libere, che continuano a vivere nei pregiudizi legate ad antiche e barbare tradizioni e credenze!

Con il loro piccolo impegno, le donne africane cercano di cambiare il presente, aggiungendo un piccolo tassello indispensabile per produrre il puzzle del futuro. Non si può che concordare con chi sostiene che senza queste donne che si impegnano in tutti i settori della vita – cura della casa, della famiglia e dei bambini, economico, politico, culturale, non si potrebbe costruire il domani dell’Africa1.

Ecco perché è importante diffondere questa campagna e far conoscere la parte dell’Africa che vuole cambiare e si impegna per farlo.

Per presentare la candidatura al premio Nobel è indispensabile raccogliere due milioni di firme da inviare alla fondazione che assegna i premi: è possibile firmare on-line sul sito – http://www.noppaw.org/ – o durante le iniziative di promozione e sensibilizzazione dell’iniziativa che si stanno realizzando su tutto il territorio nazionale.

Oltre alla firma di esponenti del mondo della politica, dell’arte, della musica e della cultura, che hanno già sottoscritto la petizione, è importante la firma di ogni persona che creda che un futuro migliore sia possibile seguendo la strada del cambiamento quotidiano.

“There’s just one road/one road to freedom/ there’s just one road/ one road to freedom/ just one”2
Note:

1)Guido Barbera – presidente di Solidarietà e Cooperazione CIPSI

2) One Road To Freedom – Ben Harper – album: Fight For Your Mind (1995)


per ulteriori info: http://www.solidarietainternazionale.it/

da:caffè news settembre 24, 2010 Cultura

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